Meno
Occhipinti ci fa un “regalo”, almeno così io la penso, e settimanalmente ci
propone i pensieri, le previsioni sugli incontri che interessano principalmente
il movimento rugbistico siciliano e non solo, grazie alla rubrica UNA BIRRA CON
CICCIO, ovvero sia due chiacchiere sul rugby con Ciccio Schininà, Delegato
Provinciale FIR. Personalmente la ritengo una iniziativa esemplare, trattata
semplicemente e con un certo garbo che non guasta mai. Insomma potrebbe essere
un valido input per tutti gli appassionati del rugby, ma soprattutto per i
“comunicatori” del movimento, addetti stampa etc..... (R.R.)
UNA BIRRA CON CICCIO 7
Due chiacchiere sui campionati di serie B e C con l’esperto
di rugby (e di birre), Ciccio Schininà.
Ciccio, oggi birra internazionale. Che cosa mi fai bere?
Inizia a fare freddo e iniziano i test match quindi ti
faccio bere una birra perfetta per la combo
“Divano-TV-Plaid-Birra”: beviamo una Mout&Mocca del birrificio De
Molen, Russian Imperial Stout arricchita con chicchi di caffè
pregiato (Cuba, Timor, Kenya) aggiunti in infusione. È un’esplosione di sapori
e sentori, appena versata senti al naso tabacco, cuoio, tostato…ogni sorso è
una storia, i 10° alcolici sconsigliano vivamente di uscire da casa.
E noi restiamo qui seduti e iniziamo la nostra
chiacchierata. Sabato scorso al Massimino c’era l’Italia e tu non c’eri.
Immagino avrai avuto di meglio da fare…
Sì assolutamente, avevo del lavoro straordinario da fare…
bellissimo!
Percepisco un leggero sarcasmo nelle tue parole… Eppure,
nonostante la tua assenza, l’Italia è tornata nuovamente alla vittoria dopo un
anno di sconfitte. È l’inizio di un ciclo?
Questo lo si potrà dire solamente dopo la fine dei test
match e forse nemmeno. L’unica cosa certa è che possiamo parlare di ricambio
generazionale. Il test con le Fiji, oltre al livello degli impatti, non si può
considerare probante. Vincere era importante, e farlo con in campo pochissimi
caps lo era ancora di più. Ma bisogna stare calmissimi.
Che mi dici del debutto di Giovanni Licata?
In 4 anni Licata è passato dal Miraglia Agrigento, nei
campionati regionali, alla Nazionale. Mi sarei aspettato un esordio più
timoroso ed emozionato e invece, davanti al suo pubblico, ha mostrato serenità
e disciplina tattica. Credo abbia tutto per diventare un giocatore di livello
internazionale. Spero che si abbia la lungimiranza di farlo giocare tutta la
stagione con le Zebre e non solo come permit.
A me sono piaciuti anche gli altri debuttanti, a partire da
Hayward. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. Hanno mostrato che su loro si può
lavorare e di questo bisogna dare merito a O'Shea.
Quello che mi ha un po’ deluso è stato il “folklore” a
margine. Niente tifoseria colorata, poche manifestazioni collaterali e il
Massimino con diversi posti vuoti. La Sicilia è indietro anche in questo oltre
che per il rugby giocato?
Qualcosa da sistemare a livello organizzativo c’è.
Considerato il livello dell’evento e la lunga assenza della Nazionale dalla
Sicilia mi aspettavo il tutto esaurito e invece c’erano troppi spazi vuoti ma bisogna
aggiungere in primis che in effetti era la prima volta che il Comitato si
confrontava con un evento di simile portata, in seconda battuta credo che il
problema in Sicilia sia più ampio: il nostro rugby è troppo “nostro” nel senso
che probabilmente non siamo bravi ad attirare nuova gente e poi allo stadio ci
ritroviamo tra addetti ai lavori, amici stretti e familiari. Questo ci deve
fare riflettere molto. Comunque l’unica vera critica che muovo è quella di non
aver concesso a TUTTE le società di portare in campo i propri bambini. Era
un’occasione unica sia per i bambini che per le società di promuoversi sul
territorio. Vedere nell’intervallo il campo semivuoto, con solo 3 o 4 società
coinvolte mi ha fatto malissimo.
Torniamo sulla terra. L’Under16 del Ragusa Rugby ha perso
con L’Aquila una partita che sembrava ormai vinta. Inesperienza o presunzione?
È stata una sconfitta un po’ surreale ma che, credo, sia
stata la sconfitta più utile possibile. Tutti abbiamo imparato da questa
partita: i ragazzi hanno imparato che il gruppo è sempre e comunque molto più
importante del singolo ed è l’unica priorità; i genitori hanno imparato che
dobbiamo insegnare ai nostri figli ad essere più umili; i tecnici che devono
lavorare di più sull’aspetto mentale e noi dirigenti che dobbiamo investire di
più sulla formazione di Team Manager e personale di campo. Tutto costruttivo e
funzionale: la reputo una sconfitta, passami il termine, importante.
Ciccio, domenica riprendono i campionati e per il Ragusa
una vittoria a Palermo significherebbe qualificazione virtuale ai play off. Ti
tocchi e mi dici che ho ragione o neghi tutto con fermezza?
Mi tocco apertamente! Ammetto però che vincere a Palermo
significherebbe essere seriamente ad un passo da i playoff. Ma giocare al Malvagno
sarà durissimo: i rosanero aspettano questa partita con il coltello fra i
denti, inoltre sono molto preoccupato perché non arriviamo a questa partita
come avrei voluto e la pausa non ci ha fatto bene. Spero che i ragazzi
annullino le mie preoccupazioni con una prestazione di livello e soprattutto
con un giusto approccio mentale. Vincere su quel campo avrebbe un significato
importante per il proseguo della stagione, al di là del risultato.
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