martedì 28 marzo 2017

Rugby - Amatori Parma v. Bologna Rugby 1928
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Cittadella del rugby, Parma. Una sorta di Wimbledon ovale a due passi dalla stazione ferroviaria.
Da queste parti si respira in maniera diversa, si percepisce subito qualcosa di anomalo rispetto al solito pomeriggio di sport. È innegabile. Questa è la casa delle Zebre, una delle due franchigie italiane (l’altra è Treviso) impegnate nel campionato internazionale PRO12, quello che vede coinvolte anche le migliori compagini britanniche.
Dagli spillatori di birra rigorosamente targati Guinness (sponsor del torneo), al negozio dedicato al merchandising proprio sotto alla curva dello stadio “Sergio Lanfranchi”, esattamente come negli anfiteatri di calcio d’Oltremanica che spesso ho visitato. Finendo con  una club house ampia e ricca di cimeli incorniciati; magliette storiche, di club e nazionali. Per non parlare dello stadio stesso, di recente progettazione e con quattro tribune interamente coperte, per una capienza totale di 5.000 posti a sedere.  Insomma, la squadra bianconera non otterrà grandi risultati nel campionato europeo, ma forse questo è l’apice che attualmente il professionismo italiano può toccare.
Torniamo a noi e alla diciassettesima giornata del campionato di serie B. Siamo sul campo 2, quello esattamente dietro all’impianto principale.

Il rettangolo verde pare in buono stato ma c’è qualcosa di mistico che lo avvolge. Tanto per cominciare, la staccionata di legno alta circa un metro che ne perimetra i confini mi ricorda l’estremità dei pascoli nelle midlands, poi - piuttosto incredibilmente - non vi è alcuna tribuna (o qualcosa di minimamente simile) a patto che si escludano tre diroccati gradoni di cemento. La visuale è pessima, non c’è traccia di un qualsivoglia tabellone né tantomeno di uno speaker. Appollaiato sopra al tetto di una casetta campagnola dietro agli spogliatoi, c’è addirittura un pavone che starnazza allegramente mentre i raggi del primo sole primaverile tentano di bruciarmi la retina. Capite bene che per chi scrive non è proprio la situazione ideale, ma tant’è. Roba vintage, d’altri tempi.
Tuttavia, fa un certo effetto sapere che il “top” del professionismo del paese ed il vecchio spirito dilettantistico, camminano su due binari paralleli ad appena dieci metri di distanza. Proprio quelli che separano lo stadio Lanfranchi dal campo numero 2.
La partita.  Il Bologna comincia meglio, attacca a testa bassa e costringe gli Amatori a rinchiudersi nei propri 22.
Dopo dieci minuti di pressione ed un giallo rifilato a VisentinSignora sguscia via dalla mischia e vola in meta. Bottone non trasforma e si resta sullo 0 a 5.
Al 17’, i padroni di casa rispondono con un piazzato di Carra; rincorsa strana la sua, ma pallone che centra i pali: 3 a 5. Tre minuti più tardi, lo stesso Carra insacca il secondo calcio di punizione consecutivo fischiato dal direttore Di Nardo riportando i suoi avanti di uno. Il vantaggio parmense, stuzzica l’orgoglio della capolista che si riversa in avanti con tanto orgoglio e poca lucidità.
Al 27’, Martino Neri riesce finalmente a sfondare la retroguardia parmense, rimarcando la supremazia felsinea. Bottone non arrotonda nemmeno questa volta e lo score si ferma sul 6 a 10.
Una decina di minuti di stallo, poi l’inaspettato colpo di scena. Personalmente sto concludendo l’intervento telefonico in diretta con il programma “Disco sport” in onda su Punto Radio e sono leggermente distratto dal finire della telefonata. In poche parole scorgo soltanto un carettino che avanza, fra l’altro dalla parte opposta rispetto ai nostri gradoni. Sento l’arbitro fischiare: meta per gli Amatori. È impossibile distinguere da questa distanza chi possa aver timbrato, ma la trasformazione successiva s’infila dentro ai pali per l’ennesimo contro sorpasso.
Sorpresa: all’intervallo i padroni di casa conducono sull’Emilbanca per 13 a 10.
La ripresa. Il duello si riapre sulla retta via della confusione. Tanti errori da ambo le parti. Forse un po’ di inesperienza da parte dei ducali, non certo abituati a condurre un match contro i primi della classe, a cui fa eco la frenesia bolognese in cerca di rimonta.
Al 52’ arriva l’azione più bella dell’intera partita. Off-load straordinario di Rob Smith a centrocampo, corsa a perdifiato di Soavi che taglia la difesa azzurra prima di scaricare verso l’accorrente Bastianelli. Meta in mezzo ai pali e tanti applausi. Bottone stavolta è preciso, e con questi 7 punti i felsinei si riportano avanti sul 13 a 17.
Siamo solo ad un terzo della seconda frazione, ma il match sembra già spegnersi lentamente. 
Bologna non la chiude. Parma non dà segni di risveglio. Ci si avvia verso il termine con una girandola di ammonizioni  e con il risultato che non cambia. Per i rossoblù, adesso limitati anche dal No - Contest in mischia a cui è dovuta ricorrere l’Amatori, comincia a sentirsi puzza di bruciato. Il bonus offensivo ormai è sfumato (siamo solo a 3 mete) e la distanza coi rivali ondeggia pericolosamente sotto al break.
Minuto 80 o giù di lì. Parma prova l’ultima sfuriata nella metà campo offensiva, forte della superiorità numerica. La manovra si sposta lungo il lato sinistro del campo dove Orsenito trova lo spazio giusto per infilare la lama fra le maglie bolognesi. Incredibile: meta  dell’ultimo contro soprasso a tempo ormai scaduto. La trasformazione esce di poco, ma ormai conta il giusto. Non c’è più tempo e contro ogni pronostico l’Amatori Parma batte 18 a 17  il Bologna 1928.
Mi allontano dalla Cittadella coi giocatori di casa che ancora festeggiano insieme ai propri tifosi praticamente increduli.
Scivolone inaspettato per la squadra di Ogier, che vede Perugia allontanarsi di 4 punti ma soprattutto sente il Parma 1931 avvicinarsi velocemente alle spalle.






Domenica, ore 15,30 all’Arcoveggio arriverà il Romagna e bisognerà tirare fuori una grande partita per riscattarsi.

Si può cadere ragazzi, ma l’importante è sempre sapersi rialzare!

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