mercoledì 22 marzo 2017

Pesaro e Misano unite: il felice esperimento della Cadetta che strapazza la prima in classifica

La stagione 2016/2017 della Pesaro Rugby andrà gli archivi non solo come la prima stagione dei kiwi giallorossi in serie A, ma anche come la prima stagione in cui Pesaro si è “sdoppiata” in due prime squadre. Una che milita in serie A, l’altra in C2. “Esperimento” della cosiddetta Cadetta che è stata assemblata attraverso un’attraente unione di intenti. Quella che ha unito la realtà di Pesaro a quella del Misano Rugby nella Cadetta Pesaro Rugby. Che milita in Serie C2 giocando nel campo di Misano in una proficua fusione che sta mescolando i ragazzi del Misano Rugby, i tesserati pesaresi che faticano a trovare spazio in una realtà del livello della serie A e i ragazzi dell’Under 18 che si cimentano in una probante palestra per farsi le ossa.
Sette mesi dopo il via all’esperimento, domenica scorsa, la Cadetta ha toccato il suo massimo stagionale strapazzando 44-8 la capoclassifica Città di Castello.
E’ una collaborazione in cui ci guadagnano tutti – spiega l’allenatore (e all’occorrenza giocatore) Andrea Mancini che fu già giocatore e viceallenatore a Pesaro di Ernesto Ballarini – Ci guadagna la realtà di Misano che da sola faticherebbe a reggere questo tipo di impegno, ci guadagna Pesaro che ha una valvola di sfogo aggiuntiva in cui impiegare i giocatori che non sono ancora pronti per la serie A e ci guadagna lo sport in generale. Perché la Cadetta ha fatto tornare a giocare a rugby chi aveva smesso, chi si era demotivato nel continuare e, soprattutto tanti neofiti”.
Si sono dunque ritrovati in mischia pezzi di storia del Misano Rugby come il capitano Matteo Montanari, il presidente-giocatore del Misano Marco Orsini, giovani dell’U18 pesarese come Pierangeli e Gargamelli e tanti kiwi che hanno poi calcato la serie A come Jaouhari, Martinelli, Danieli, Giunti o Biagetti. Il regolamento prevede che alla quarta presenza in serie A i giocatori in questione non siano più schierabili in C2.

In campo dunque c’è un frizzante via-vai: “Per chi allena c’è da tribolare nel costruire un gruppo – sorride Mancini – Ma i risultati sono molto confortanti”. La classifica dice infatti che Pesaro è assieme a Foligno alle spalle della capolista Città di Castello. Teoricamente in scia per il salto in serie C1. Che al momento non sarebbe disputabile perché, da regolamento, è una categoria che obbliga ad un’attività di settore giovanile che attualmente Misano non esercita. Ma c’è anche un tentativo di attrezzarsi in tal senso: “Abbiamo svolto un’attività importante nelle scuole di Misano e dintorni – ricorda Mancini – Al momento abbiamo quasi venti ragazzi romagnoli sotto i 14 anni che hanno cominciato a praticare il rugby”. Insomma, per la Pesaro Rugby già riferimento della palla ovale marchigiana, il bacino si allarga anche verso Nord.

Ufficio Stampa Pesaro Rugby

Daniele Sacchi

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