Se lassu’ c’è davvero
questo Mondo Migliore, Christian Secci, mancato prematuramente ai suoi cari, ai
suoi amici, un posticino lo ha già trovato! Sabato pomeriggio, prima sull’ampio
piazzale, poi all’interno della Chiesa della Parrocchia del Redentore di Acqui
Terme, c’erano tutti, proprio tutti i suoi amici, e soprattutto i suoi amici
della domenica, quelli che corrono con in mano quello strano pallone ovale.
Quel pallone ovale che in ogni caso gli ha permesso di allacciare nuove piccole
e grandi amicizie, e fargli trascorrere serenamente tanti bei momenti. (r.r)
Enrico Pizzorni e gli
amici dell’Acqui Rugby vogliono ricordarlo con queste parole:
“Un giovanissimo
operaio si arrampica su un’impalcatura, un Vigile del Fuoco lo vede e con due
parole lo convince a provare: così
inizia la troppo breve storia d’amore tra Christian Secci ed il Rugby.
Christian aveva poco piu’ di vent’anni ed il Vigile del Fuoco, TIZIANO
MERONI, era l’allenatore dell’Acqui di
fine di fine millenio, quello in
divisa rossoverde. Sul campo
Christian era uno di quelli che è meglio
avere a fianco: tenace, veloce, generoso, grintoso ma correttissimo, orgoglioso
della sua maglia e della sua squadra.
Purtroppo per i suoi compagni, la
carriera sul campo duro’ troppo poco, a causa di un infortunio alla caviglia,
Christian dovette lasciare il campo come
giocatore, per farvi ritorno, poco dopo, da arbitro; sempre seguendo i consigli
del suo mentore Meroni, Christian guadagno’ rapidamente stima dei selezionatori,
fino a giungere alla soglia della Serie A.
Le sue migliori qualità erano, oltre ad una meticolosa preparazione
atletica e tecnica, un carattere deciso, ma mai adombrato da arie di
superiorità; Christian era in sintonia con i giocatori ed aveva a cuore che le
sue decisioni venissero comprese da tutti, aiutandosi in questo, con una mimica
quasi comica ma molto efficace. Contrariamente a quanto avviene in altri
sport, nel Rugby gli arbitri mantengono
saldi i legami con i club di origine, così è stato tra Christian e l’Acqui
Rugby e gli altri club della provincia: spesso
partecipava agli allenamenti, spiegando le pieghe e le novità del
regolamento e sudando e faticando accanto ad alcuni degli amici piu’ cari. Una
malattia cattiva lo ha portato via ai suoi affetti piu’ cari nel fiore degli
anni; è impossibile per noi anche solo immaginare il dolore, ma anche noi
tutti “quelli del Rugby” vogliamo piangerlo e ricordarlo come lo abbiamo
incontrato la prima volta: un ragazzo sorridente che corre dietro ad un
sacco pieno di vento.
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