RUGBYTOTALE
ha allargato le sue cerchie di contatti, questo è fuori di dubbio, ma non si
puo’ certo abbandonare la vecchia strada, vecchia almeno venti mesi, pertanto
proseguiamo con i consueti servizi liguri/piemontesi. Oggi tocca a Le Tre Rose
Rugby di Casale Monferrato, iscritto al Campionato di Serie C2, organizzato dal
Comitato Regionale Piemonte di Giorgio Zublena.
Le grandi storie di
riscatto vedono spesso lo sport come protagonista. In questo caso
specifico è il rugby che è stato chiamato a giocare un ruolo decisivo
nell’opera di integrazione dei migranti attraverso i valori sportivi. Il
progetto, partito nella stagione sportiva 2014/15, grazie alla collaborazione
con la Cooperativa Se.Na.Pe di Casale Monferrato, ha iniziato a proporre il Rugby come mezzo di
integrazione in ragione dei tanti valori positivi che incarna e propone ai suoi
praticanti.
(Il team de Le Tre Rose di Casale Monferrato di Serie C2 qui al Carlo Androne di Recco)
Ma è stato anche un modo per offrire un merssaggio di positività ai
tanti profughi giunti sul territorio e nello stesso tempo fornire una sorta di
rassicurazione ai cittadini e ai media casalesi preoccupati per l’arrivo dei
rifugiati. E’ importante sottolineare che nessuno dei ragazzi coinvolti nel
progetto conosceva la palla ovale. Nella stagione successiva 2015/16, attraverso la
collaborazione con la FIR, che ha compreso il valore e l’importanza di progetto
e con le società sportive del territorio
che hanno accettato l’ambiziosa sfida , è statta possibile l’iscrizione di una
squadra seniores multietnica nel girone piemontese del Campionato di Serie C2.
E i risultati raggiunti sono stati straordinari da parte dei richiedenti asilo
è diventato un motivo di orgoglio rappresentare la città in un Campionato di
buon livello e uno sprone ad impegnarsi con serietà per conquistarsi il
consenso della cittadinanza. Da parte della comunità casalese è diventato un piacere vedere in
questi ragazzi una risorsa nella vita cittadina
visto l’impegno che hanno profuso lungo tutto l’arco del Campionato. Ma
la forza di questa iniziativa è andata oltre ancora, portando la squadra a
disputare all’interno delle Vallette un incontro con la rappresentativa del
carcere torinese. E così 53 ragazzi e
uomini dai 18 ai 34 anni, affiancati da
18 operatori a vari livelli della squadra, hanno trovato un riscatto alla loro
precaria condizione. E hanno scritto, nel loro piccolo, un’altra entusiasmante
pagina di sport.
(Francesco Eskiu, da noi di RUGBYTOTALE incontrato l'anno passato sul campo del Volvera)
La “ROSA”
delle Tre “ROSE”, scusate il giro di parole : Bright Akpe ADATSI, Alì ABUBAKAR,
Frank ABAKAN, Johannes BLAKJON, Abdulkarim DIALLO, Francesco ESKIU, Ibrahim
Khalil KONE, Oumar KONE, Fofana LASSO, Fabio LIFREDI, Kristian MAGRI, Francisc MISARU, Enzo MONTENEGRO,
Giovanni MOSCHETTI, Ismail MOSTAID, Kwarkwo
OKAKOVI, Benyamin OWUSUAASARE, Charlie
Joren Eric PUMA, Bubacar SAIDY,
Siriki SANA, Moussa SIDIBE, Baboucarr SUSO, Youssuf SYLIAMoussa Zare,
Mariu ZEWAL. Allenatore Luca Patrucco, per la mischia Luigi Adinolfi,
Supervisore Tecnico Raffaele Contemi.
DOMENICA si riprende,
meteo permettendo, anche in Serie C2 e Le Tre Rose sfideranno al campo Comunale
del Ronzone i Lions Tortona, squadra giovane ma organizzata e tra i team che
attuano un buon rugby. Si gioca a Casale Monferrato, ovviamente, già detta
Città BIANCA, bianca per la polvere che era emessa dalle ciminiere dei numerosi
cementifici, compresa la Eternit, che erano presenti sul territorio. Si gioca
proprio nel quartiere del Ronzone, dove sorgevano queste industrie. Dopo tante
malattie, tanti lutti, venne la bonifica della zona, la riqualificazione
dell’ambiente, sempre difficile e tortuosa, e un piccolissimo tocco di “vita” è
arrivato in ogni modo proprio dal rugby, da questo progetto ideato e
portato avanti dal Presidente Paolo Pensa.
(nella foto da sin. Paolo Pensa, Raffaele Contemi e l'assessore Federico Riboldi alla storica consegna delle chiavi dell'impianto sportivo del Ronzone)
Il 19 febbraio 2013 il dirigente
casalese ricevette direttamente dalle mani dell’assessore allo sport del
Comune di Casale, Federico Riboldi, le tanto attese chiavi del nuovo campo
disponibile per questa attività. “ Siamo riusciti a creare anche una squadra
femminile giovanile Under 14, questo nelle scuole casalesi, e una formazione
seniores che presto scenderà in campo – ammette PAOLO PENSA, Presidente TRE
ROSE RUGBY – gareggiando nella Coppa Italia. Nostro fiore all’occhiello, pero’,
sono i bimbi dell’Under 10 ed U12 che ormai da un paio di anni si ritrovano sul
campo, si allenano, magari seguiti direttamente dai propri genitori, sempre
piu’ coinvolti in questa attività.”
Tempo fa una delegazione della squadra casalese di rugby Le Tre Rose
ha preso parte alla giornata finale del
progetto “Sport e integrazione“, organizzata a Roma dal Coni. La splendida
realtà monferrina raccoglie sotto un unico stemma ragazzi di ben 12
nazionalità diverse con i
paesi africani della Nigeria,
Niger, Sudan, Costa d’Avorio, Ghana, Gabon, Mali ed inoltre ragazzi dell’
Argentina, Albania, Romania e ovviamente Italia. Oltre al presidente Pensa, erano
presenti nella Capitale anche Francesko Eskiu, il vice capitano, Youssuf,
Sidibe Moussa, Abakan Frank e Saidy Boubacarr.
(Foto ricordo al CONI di Roma)
“Scesi dall’aereo, siamo stati accolti e
intervistati dalla Federazione Italiana Rugby” ha detto presidente Pensa “il presidente del CONI, Malagò, ci ha
voluto sulla pedana della premiazione saluto finale e ci ha affidato la
bandiera dell’evento. Nel rugby ognuno ha il suo ruolo e tutti giocare.”
“Quando vivevo in Gambia giocare a rugby mi
sembrava molto difficile” ha detto Saidy
Boubacarr “ma quando sono arrivato a Casale mi sono appassionato e
ho voluto provare. rugby mi ha insegnato il rispetto degli altri, come fare
gruppo. In squadra siamo tutti molto ha aggiunto Francesko Eskiu.
“Nella
squadra siamo tutti uguali: bianchi e neri. Poi, alla fine della partita,
mangiamo
tutti insieme con i nostri avversari. La vita di
tutti i giorni dovrebbe essere così.”
L’esperienza de Le Tre Rose è stata anche citata nella prestigiosa
rivista “Rugby World”.
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